Regolamento delle telecomunicazioni internazionali: nessun consenso

Il nuovo Regolamento delle telecomunicazioni internazionali (RTI) non ha raggiunto l'unanimità in occasione della Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (CMTI-12) organizzata dall'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) dal 3 al 14 dicembre 2012 a Dubai. Infatti, tutti i Paesi occidentali, tra cui figura anche la Svizzera, non hanno firmato gli "Atti finali" adottati al termine della riunione. Essi ritengono che, per garantire la libertà d'espressione, alcune clausole debbano essere esaminate in modo più approfondito. Sta ora al Consiglio federale stabilire come la Svizzera intenda procedere con questo dossier.

Hassane Makki, servizio Affari internazionali

La Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (CMTI) dell'UIT ha portato all'approvazione degli "Atti finali". Tuttavia, contrariamente all'abituale tendenza al consenso, alcune clausole sono state adottate all'ultimo minuto, a seguito di un voto a maggioranza semplice. Di conseguenza, la Svizzera non ha ratificato il documento, analogamente ai Paesi europei (UE e AELS), agli USA e ad altri Paesi industrializzati tra cui l'Australia, il Canada e il Giappone e l'India.

Il nuovo regolamento delle telecomunicazioni internazionali (RTI) dovrà sostituire il testo precedente, adottato a Melbourne nel 1988. Questo documento amministrativo è parte degli Accordi di Ginevra del 1992 e ha quindi valore di trattato. Il suo contenuto è da tempo obsoleto poiché è stato elaborato in un'epoca in cui i servizi di telecomunicazione comprendevano soprattutto la telefonia e il fax, e i mercati erano dominati dai monopoli statali. La caduta di questi monopoli, l'esplosione dei servizi di telecomunicazione grazie all'avvento delle reti basate sul protocollo IP (Internet) e lo sviluppo della telefonia mobile, nel frattempo, hanno completamente rivoluzionato il paesaggio delle telecomunicazioni.

La versione 1998 del RTI era incentrata sul legame tra i monopolisti, mentre quella del RTI 2012 mira a unire tra loro gli Stati membri dell'UIT. Per i Paesi firmatari le nuove disposizioni entreranno in vigore non appena avranno ratificato il Regolamento 2012. Gli altri Paesi continueranno ad applicare la versione precedente del Regolamento.

Punti di discordia

Al termine della Conferenza, 89 dei 151 Paesi presenti, perlopiù Paesi in via di sviluppo, hanno firmato gli "Atti finali". Dal canto suo la Svizzera, alla stessa stregua dei Paesi europei (UE, SEE), ha ritenuto che alcuni punti necessitavano ancora chiarimenti. Nel corso dei negoziati, ha cercato di giungere a un consenso, in particolare per quanto concerne le questioni relative ai diritti umani e a una migliore interconnessione delle reti.

Due disposizioni operative del RTI hanno provocato il dissenso: una sulla sicurezza delle reti di telecomunicazione e l'altra sullo spamming. In quest'ambito, gli Stati Uniti e l'UE temono che alcuni Paesi potrebbero approfittarne per controllare i contenuti dei messaggi e limitare la libertà d'espressione.

La Svizzera è riuscita a far figurare nel preambolo del RTI il riferimento al principio del rispetto dei diritti umani. Tuttavia, in chiusura di conferenza, una proposta presentata dai Paesi africani e sostenuta in particolare dai Paesi Arabi ha portato all'aggiunta di un testo che conferma i " … diritti degli Stati membri di avere accesso ai servizi di telecomunicazione …". Per i Paesi occidentali, questo punto suscita degli interrogativi poiché non è chiara la nozione di "diritto" degli Stati membri e la sua portata è difficile da valutare.

Una delle risoluzioni adottate mira a "promuovere un clima propizio al forte incremento di Internet" e incarica il Segretario generale dell'UIT "di continuare a impegnarsi affinché l'UIT assuma un ruolo attivo e costruttivo nello sviluppo della banda larga e nel modello multi-stakeholder di Internet, conformemente al paragrafo 35 dell'Agenda di Tunisi". Sebbene questi propositi siano perfettamente conformi allo spirito di un approccio multi-stakeholder, alcuni Paesi, tra cui soprattutto gli Stati Uniti, temono che questa clausola conferisca all'UIT un ampio margine di manovra nel campo di Internet, cosa che disapprovano fortemente. La comunità di Internet condivide questo timore.

Coordinamento preliminare tra la Svizzera e l'Europa

Prima della Conferenza, nel quadro della CEPT (Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni) la Svizzera ha partecipato all'elaborazione delle posizioni europee comuni su tutti gli argomenti relativi alla Conferenza di Dubai. A fini di coordinamento, la CEPT si è riunita a scadenze regolari nel corso della CMTI-12.

D'altra parte, il Consiglio dell'Unione europea ha affidato per la prima volta alla Commissione europea il compito di coordinare attivamente le posizioni dei Paesi dell'UE durante la Conferenza. La Svizzera è stata invitata a partecipare alle riunioni di coordinamento dell'UE, svoltesi in media due volte al giorno, sull'arco di tutta la Conferenza.

La presenza di due organi europei, la CEPT e l'UE, ha creato confusione per alcuni Paesi terzi rendendo più difficile il coordinamento tra europei.

Conseguenze per la Svizzera

La delegazione svizzera ha preso la parola alla fine della Conferenza dichiarando di non essere disposta a firmare gli "Atti finali" poiché le occorreva ancora tempo per studiare le disposizioni del nuovo RTI. Saranno avviate delle consultazioni e toccherà poi al Consiglio federale decidere quale strada seguire.

Campagne stampa contro l'UIT e la CMTI-12

Prima della Conferenza, una campagna mediatica accusava l'UIT di volersi appropriare del governo di Internet (attualmente di competenza dell'ICANN). È stato rinfacciato all'UIT (e di riflesso, all'ONU) di voler estendere il suo controllo sui contenuti limitando così la libertà d'espressione.

Per contrastare questa campagna, all'apertura della CMTI-12 il Segretario generale dell'UIT, Hamadoun Touré ha proiettato un messaggio del Segretario generale dell'ONU, Ban Ki Moon, che sottolinea l'importante ruolo tenuto dall'UIT nel settore delle telecomunicazioni e nell'attuazione delle linee d'azione del Vertice mondiale della Società dell'informazione (VMSI). Hamadoun Touré ha inoltre invitato il Presidente dell'ICANN, Fadi Chéhadé, che nel suo intervento ha evidenziato la buona cooperazione tra le due organizzazioni (UIT e ICANN), confermando dunque il reciproco rispetto delle competenze.

https://www.bakom.admin.ch/content/bakom/it/pagina-iniziale/l-ufcom/informazioni-dell-ufcom/ufcom-infomailing/ufcom-infomailing-33/regolamento-delle-telecomunicazioni-internazionali--nessun-conse.html