No all'iniziativa per la soppressione del canone radiotelevisivo

Il 4 marzo 2018 il popolo ha respinto l'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo" (abolizione del canone Billag)" seguendo in questo modo la raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento. L’iniziativa chiedeva alla Confederazione di sopprimere il canone di ricezione per la radiotelevisione e di smettere di sovvenzionare i canali radiotelevisivi.

Risultati

Dossier archiviato: questa pagina contiene la documentazione preparata in vista della votazione (stato al 04.03.2018).


Depositata a fine 2015, l'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo" (abolizione del canone Billag)" chiede alla Confederazione di sopprimere il canone di ricezione per la radiotelevisione e di smettere di sovvenzionare i canali radiotelevisivi. Il Consiglio federale raccomanda di respingere il progetto poiché compromette la pluralità della stampa e delle opinioni in Svizzera, è quanto ha sottolineato la presidente della Confederazione Doris Leuthard davanti alla stampa l'11 dicembre 2017. Il Consiglio degli Stati e il Consiglio nazionale raccomandano anch'essi di votare "no" il 4 marzo 2018.

Video: L'essenziale in breve

La soppressione del canone radiotelevisivo priverebbe la SSR, le 21 radio locali e le 13 televisioni regionali di una fetta cospicua dei loro introiti.

Quota del canone di ricezione nel finanziamento complessivo delle radio e TV titolari di una concessione 2016

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Senza i proventi del canone l'offerta sarebbe fortemente ridotta, numerose trasmissioni non potrebbero più essere prodotte del tutto, o non più ai livelli di qualità attuali. Se venissero prodotti solo i programmi redditizi, molte trasmissioni scomparirebbero, in particolare quelle che trattano temi politici e sociali importanti. La pluralità delle opinioni e la diversità della stampa verrebbero compromesse: rappresentano però le basi della nostra democrazia e sono essenziali in un Paese eterogeneo, multiculturale e plurilingue come la Svizzera.

Le regioni periferiche e di montagna sarebbero particolarmente toccate; non dispongono infatti di una capacità finanziaria sufficiente per assicurare un finanziamento puramente commerciale delle loro emittenti radiofoniche o televisive. La SSR è attualmente incaricata di fornire a tutte le regioni un'offerta equivalente e variegata. Con un "sì" all'iniziativa questo mandato scomparirebbe.

Con la riduzione dell'offerta e di conseguenza del pubblico, le radio e le televisioni perderebbero attrattiva agli occhi del mercato pubblicitario. Il denaro per la pubblicità sarebbe sempre più investito all'estero, a scapito del mercato svizzero.

Le emittenti che ricevono una quota del canone mantengono la loro indipendenza e la loro libertà d'espressione. Infatti, la Costituzione svizzera garantisce loro una completa indipendenza e autonomia nella concezione dei programmi conferendo loro ad esempio il diritto di criticare anche le autorità statali.


Domande e risposte (FAQ)

Come viene finanziato oggi il servizio pubblico nel settore radiotelevisivo?

Cosa significherebbe un passaggio a un sistema di finanziamento della radio e televisione puramente commerciale in Svizzera?

Altre domande

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