Finalizzata la prima convenzione mondiale sull'intelligenza artificiale

Il 14 marzo 2024 il Comitato sull'intelligenza artificiale (CAI) del Consiglio d'Europa ha finalizzato e adottato la prima convenzione mondiale giuridicamente vincolante sull'intelligenza artificiale (IA). Questa è tesa a garantire il rispetto delle norme giuridiche in materia di diritti dell'uomo, democrazia e Stato di diritto in caso di utilizzo dell'IA. La Svizzera ha svolto un ruolo attivo nei negoziati e si felicita del risultato ottenuto.

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Céliane Pochon, Servizio Affari internazionali

Prima di entrare in vigore, la "Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto" deve ancora superare due tappe: il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa deve formalmente adottarla nelle prossime settimane, prima che anche gli Stati la sottoscrivano. In caso di ratifica, la Convenzione sarà vincolante per la Svizzera e dovrà essere recepita nel diritto nazionale. Il DATEC esaminerà gli adeguamenti necessari a tale scopo entro fine 2024, nell'ambito della panoramica dei possibili approcci in materia di regolamentazione dell'intelligenza artificiale, che il Consiglio federale ha annunciato nella sua decisione del 22 novembre 2023.

La Convenzione crea un quadro giuridico comune e vincolante teso a garantire che le norme del Consiglio d'Europa in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto siano rispettate anche nello sviluppo e nell'utilizzo dell'IA. Promuove un approccio globale all'IA al di là dello spazio europeo ed è questo, ad esempio, che la differenzia rispetto alla legge sull'IA dell'UE. In effetti, oltre agli Stati europei, diversi Stati osservatori hanno partecipato ai lavori, ossia Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Vaticano, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti e Uruguay. In aggiunta vi hanno preso parte oltre 70 organizzazioni della società civile, rappresentanti dell'industria e organizzazioni internazionali. La delegazione svizzera era composta da inviati del DFAE, dell'UFG e dell'UFCOM.

La Convenzione enumera in primo luogo i principi relativi alle attività svolte nel quadro del ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale, poi la procedura di ricorso, nonché la valutazione e l'attenuazione dei rischi e degli effetti negativi. Infine, l'attuazione della Convenzione è illustrata nei dettagli e completata dal meccanismo di monitoraggio e di cooperazione, nonché dalle clausole finali.

Maggiore flessibilità per il settore privato

La Convenzione coinvolge sia gli attori privati che governativi, lasciando agli Stati una grande flessibilità circa il metodo da impiegare per raggiungere gli obiettivi dell'accordo quadro. La Convenzione prevede che le sue disposizioni si applichino senza riserve alle attività dei poteri pubblici o degli attori privati che agiscono per conto loro. Per il settore privato è stata adottata una formulazione più flessibile. Gli Stati dovranno rispondere ai rischi e agli effetti derivanti dalle attività condotte da attori privati in maniera conforme all'oggetto e allo scopo della Convenzione.

Poiché il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa considerava l'elaborazione di una convenzione sull'IA come urgente, il CAI ha avuto solo un anno e mezzo per negoziarla. Si tratta di un periodo molto breve. Una delle maggiori sfide dei negoziati condotti dall'ambasciatore Thomas Schneider, vicedirettore dell'UFCOM e presidente del CAI, è stata trovare un compromesso accettabile per tutti sulla questione del campo di applicazione della Convenzione. Mentre l'UE e i rappresentanti della società civile auspicavano che la Convenzione si applicasse senza distinzioni agli attori privati e statali, altri Paesi ritenevano che le disposizioni avrebbero dovuto essere innanzitutto di responsabilità degli Stati e non essere direttamente applicabili agli attori privati.

Il compromesso raggiunto tiene conto del fatto che le possibilità di responsabilizzare gli attori privati variano da un Paese all'altro, ma invita tutti i Paesi a considerare gli obiettivi della Convenzione come se coinvolgessero tutti gli attori. E in linea con il mandato di negoziazione del nostro Paese, che chiedeva di differenziare le responsabilità degli attori pubblici e privati. Al termine di intensi negoziati, le parti hanno scelto di applicare il testo al settore della sicurezza nazionale, il tutto nel rispetto dei loro obblighi di diritto internazionale.

Reazioni contrastanti

Numerose organizzazioni della società civile hanno espresso la loro delusione nei confronti di questa Convenzione, da cui si aspettavano di più. Per contro, tanti rappresentanti di Stati e del mondo accademico si sono pronunciati positivamente in merito all'effettivo raggiungimento di un'intesa su una nuova norma globale in un'epoca in cui le regolamentazioni mondiali tendono a perdere importanza.

Link utili:
Testo della Convenzione

https://www.bakom.admin.ch/content/bakom/it/pagina-iniziale/l-ufcom/informazioni-dell-ufcom/ufcom-infomailing/ufcom-infomailing-63.html/ueberinkommen-ki.html