Le emittenti radiotelevisive hanno bisogno della pubblicità per poter finanziare i loro programmi. Va tuttavia evitata la confusione tra pubblicità e parte redazionale del programma. Il telespettatore o il radioascoltatore deve sapere a cosa è confrontato.
Al fine di consolidare il legame con il pubblico, le emittenti radiotelevisive fanno regolarmente pubblicità per sé stesse. Dato che sempre più spesso questo tipo di autopromozione persegue anche interessi commerciali, è soggetto alle norme sulla pubblicità.
In televisione sono consentite la pubblicità a schermo ripartito, la pubblicità interattiva e quella virtuale. Per questi tipi di pubblicità vigono particolari disposizioni dato che vi è il pericolo che non venga rispettato il principio di separazione tra pubblicità e parte redazionale del programma.
La disposizione sull'inserimento della pubblicità si differenzia per tipo di trasmissione. Per determinate categorie di emittenti vi sono solo poche limitazioni, vige invece una regolamentazione più rigida per la SSR. Non possono invece essere interrotte dalla pubblicità le trasmissioni per bambini e le funzioni religiose. La pubblicità può essere inserita durante le cosiddette "pause naturali" (ad esempio tra il primo e il secondo tempo di una partita di calcio).
Non tutte le forme di pubblicità possono essere trasmesse alla radio e alla televisione. Per tutelare la salute pubblica è vietata la pubblicità per il tabacco e sono limitate quelle per le bevande alcoliche e gli agenti terapeutici. Vietata inoltre la pubblicità per partiti politici e confessioni religiose.